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Fondone Covid, i criteri in Gazzetta con l'incognita restituzioni

  • Mercoledì 22 Luglio 2020
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  • Scritto da: Mira Redazione

Fondone Covid, i criteri in Gazzetta con l'incognita restituzioni

di Anna Guiducci e Patrizia Ruffini


In breve

Pubblicato il decreto del Viminale 16 luglio 2020 con le modalità di riparto del fondo per l'esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali di 3,5 miliardi di euro per l'anno 2020


Approdano in Gazzetta i criteri e le modalità di riparto del fondo per l'esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali. Con la pubblicazione del decreto del Ministro dell'Interno 16 luglio 2020 si fa un passo avanti sul percorso dell'effettiva distribuzione del fondo di 3,5 miliardi di euro per l'anno 2020, di cui 3 miliardi ai Comuni e 0,5 miliardi di euro in favore delle Province e Città metropolitane.

Il provvedimento

Per assicurare agli enti locali le risorse necessarie per l'espletamento delle funzioni fondamentali anche in relazione alla possibile perdita di entrate connesse all'emergenza Covid-19, l'articolo 106 del Dl 34/2020 aveva demandato a un decreto da adottare entro il 10 luglio 2020, previa intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali, l' individuazione dei criteri e modalità di riparto del maxi fondo tra gli enti di ciascun comparto, sulla base degli effetti dell'emergenza Covid-19 sui fabbisogni di spesa e sulle minori entrate al netto delle minori spese, tenendo conto delle risorse assegnate a vario titolo dallo Stato, a ristoro delle minori entrate e delle maggiori spese.

Nello specifico il decreto approva le prime valutazioni tecniche operate dal tavolo, la cui sintesi è riportata negli allegati A «Nota metodologica comuni» e B «Nota metodologica province e citta' metropolitane».

Un primo elemento che si ricava è l'apertura del ristoro alle Unioni di Comuni e comunità montane.

La valutazione delle perdite di gettito è stata effettuata sulla base dei dati di riscossione delle entrate proprie dei Comuni, delle Unioni di comuni e delle Comunità montane. In particolare, sono stati utilizzati come base di riferimento i dati Siope 2019, eccetto che per Imu e addizionane comunale all'irpef, e, laddove possibile, gli andamenti delle riscossioni nel periodo gennaio-maggio 2020. Per Imu e addizionale comunale all'Irpef, la base di riferimento per l'anno 2019 è data dalle risultanze dei pagamenti effettuati tramite il modello F24.

Per ripartire i fondi sono state stimate le perdite di gettito per le entrate sia tributarie che extratributarie, riclassificate per omogeneità in 23 fonti di finanziamento che raggruppano le voci di 5° livello Siope. Tra le entrate sono stati considerati anche i dividendi di società partecipate della tipologia «04» del Titolo III.

Al gettito perso sono stati sottratti i ristori specifici effettuati sull'Imu turistica e Tosap/cosap. Sono state poi applicate le variazioni di spesa per ogni ente (straordinario e utenze esclusa energia elettrica). Infine il fondo di 3 miliardi di euro a disposizione è stato ripartito in proporzione, assicurando che l'assegnazione pro capite per abitante per ciascun ente non sia inferiore a 18 euro. In ogni caso, inoltre, l'assegnazione definitiva garantisce per ciascun ente la quota di acconto già riscossa.

Il fabbisogno finanziario individuato non tiene conto, peraltro, dei risparmi di spesa derivanti dalla sospensione mutui Cdp-Mef, pari a circa 260 milioni di euro (articolo 112 del Dl 18/2020) e di eventuali risparmi derivanti da rinegoziazioni autonome degli enti. Parimenti, la valutazione del fabbisogno non considera per ora i possibili ulteriori maggiori oneri, legati, in particolare, in particolare, alle riaperture dei servizi scolastici e per l'infanzia, in riferimento ai quali occorre effettuare una integrazione di istruttoria.

Al fine inoltre di tenere conto fin d'ora in modo prudente delle minori spese di gestione dei servizi a domanda individuale connessi all'Istruzione e agli asili nido, la minore entrata stimata da servizi scolastici e asili nido è stata decurtata del 30%.

Il riparto non prende poi in considerazione le perdite di gettito sul soggiorno (imposta di soggiorno e contributo di sbarco isole minori ex Dlgs 23/2011; contributo ex Dl 78/2010), che saranno presumibilmente indennizzate con un congruo stanziamento che sarà appositamente finanziato.


(...)

Resta pure da comprendere come contabilizzare le risorse in bilancio nell'ipotesi in cui l'effettiva perdita di gettito delle entrate dovesse essere inferiore a quella stimata. Nel caso in cui il minor gettito stimato risulterà infatti superiore a quello effettivamente realizzato - afferma la nota - saranno regolati i reciproci rapporti finanziari tra lo Stato e i Comuni, e all'interno dei singoli comparti, sulla base di apposita intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali.


 
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